MASSIMO "ICE" GHIACCI


Novità discografiche Nome : MASSIMO "ICE" GHIACCI

Genere : Pop rock

Titolo del CD : Come un mantra luminoso

Prodotto da : Mescal / Audioglobe

Mail : massimo@ramblers.it
Web : www.massimoghiacci.it

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Il disco nasce dall'esigenza artistica di pubblicare qualcosa, a quindici anni dall'inizio dell'avventura coi Modena City Ramblers, che assecondi completamente gli stimoli creativi che nel gruppo vengono giustamente ricondotti e legati alle caratteristiche del progetto stesso. E di farlo per una volta da solo, libero di perseguire un suono "altro". (N.S. 18 Novembre 2008)


Biografia


FOTO E BIOGRAFIA NON PERVENUTE Massimo Ghiacci, "Ice" per gli amici intimi, viene alla luce a Reggio Emilia nel luglio del 1967, il giorno in cui, nella più settentrionale Londra, gli W ho incidono la psichedelica "l can't reach you".

A otto anni, a casa dei nonni, viene fulminato dalla visione del secondo film dei Beatles "Help", in bianco e nero e trasmesso in prima serata dalla Rai.

Da quel giorno la musica entra stabilmente nelle sue giornate, come il cibo e il sonno, parte delle sue più impellenti necessità metaboliche.

Ascolta tutto ciò che può essere ascoltato, da Elvis ai cantautori e dai Sex Pistols fino ai Kraftwerk, tramite le radio libere e i vinili che passano sul suo giradischi RCF e poi ad adolescenza più che conclamata, inizia a strimpellare il basso.

Le prime canzoni che suona, e occasionalmente canta, sono brani dei Joy Division e di Syd Barrett. Ma sin da subito si diverte di più a inventarsene di proprie.

E continuerà a farlo prima con i Plutonium 99, band reggiana che nel 1990 pubblica un mini lP per l'indipendente Kom-Fut Manifesto, artefice di un sound che vive di un ruvido equilibrio tra la lezione di Fabrizio De Andrè e lo stile folk rock dei Los Lobos e dei Pogues e dal gennaio '92 con i Modena City Ramblers, di cui rimane uno dei membri storici.

Studi economici alle spalle, appassionato di letteratura, di cinema, di storia, di basket e ornitologia, ha viaggiato moltissimo con gli amici e con i Ramblers, ma soprattutto con l'immaginazione; conta di continuare c farlo anche in futuro se la Dea della Curiosità glie ne confermerà il privilegio.

Membro storico dei Ramblers e compositore, Massimo ha accumulato canzoni che, per la loro natura o in alcuni casi per scelte artistiche, non sono rientrate nell'alveo della produzione targata MCR ma per le quali permane una sorta di "trasporto emotivo", che necessariamente doveva trovare uno sbocco alternativo.

Ecco quindi la scelta di suonarsele, cantarsele e prodursele in proprio, aiutato solo da un piccolo gruppo di amici di vecchia data.

Le registrazioni e i missaggi hanno avuto luogo negli ultimi mesi del 2007 nel familiare studio Bunker di Rubiera (RE), con il fido Andrea Rovacchi (collaboratore dei Ramblers da lontanissima data) come tecnico del suono.

Nel disco non c'e spazio per il "combat folk" dei Modena, per le canzoni apertamente militanti, poiche non avrebbe avuto senso sottrarre questo tipo di composizioni al gruppo di cui Massimo continua felicemente a far parte. Piuttosto, ci s'addentra in un viaggio alimentato da visioni, ricordi, sensazioni, riflessioni e, soprattutto, sentimenti personali.

I riferimenti sonori sono chiari e molteplici, soprattutto figli di quel meraviglioso decennio che va dallo psichedelico '67 al rivoltoso '77. C'è il "jingle jangle" della Rickenbacker '2 corde, c'è il suono del mellotron e dei sinth analogici, c'è finanche il lamento onirico della sega che si accompagna alle saturazioni valvolari di una Telecaster inserita in un vecchio ampli Vox del !65.

E qua e là compaiono pure un contrabbasso, un banjo e una fisarmonica. Perche il divertiment(7 e varcare i confini e unire i suoni. Rock, beat, psichedelia, folk, in un mix sonoro che come cita il testo di "Luce" nel quale troviamo anche il titolo all'album -"profuma di luce"